Il ricordo dei vecchi acquadelari è ancora vivo di quel bruttissimo giorno di metà febbraio 1977, quando apprendemmo del tragico incidente che costò la vita al nostro caro Cesare Bottazzi.
Già, oggi sono 45 anni oggi e ci pare appena fosse ieri, quando giunti allo stadio per fare il consueto allenamento, tutta l’Acquadela fu costernata da questa terribile notizia.
Ricordiamo Cesare attraverso lo scritto che troviamo nel nostro libro “ACQUADELA MEZZO SECOLO TRA SOGNO E REALTA”
Cesare caduto sul campo
Ci sono momenti belli e istanti brutti nella vita di una società. Momenti che si moltiplicano quasi all’infinito in una realtà che, come quella della Acquadela, abbia la fortuna di andare avanti e di tagliare un traguardo prestigioso come quello dei 50 anni.
Alla voce istanti meno belli non possiamo che inserire la scomparsa di un ragazzo che correva con i colori della Acquadela. A distanza di anni, non possiamo che ricordarlo. Il 16 febbraio 1977 è un mercoledì. A Castel Maggiore si sta allenando un ragazzo di 39 anni che risponde al nome di Cesare Bottazzi. Cesare ha una moglie, Luciana, 2 figlie , Silvia e Susanna e una grande passione per il mondo della atletica leggera.
Entra nella Acquadela nel 1974, quando la società non ha ancora compiuto 10 anni di vita. Si mette in evidenza per le sue grandi doti. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, racconta di un innato altruismo, di generosità e di una tenacia fuori dal comune per portare a termine qualsiasi impresa. Corre le maratone di Reggio Emilia e Salerno e la maratonina di Seregno. Risultati importanti che consentono alla Acquadela di chiudere al 7° posto il Campionato di Società di Corsa su Strada nel 1976.
Cesare, che era nato ad Argenta in provincia di Ferrara il 10 aprile 1938, continua ad allenarsi perchè vuole portare la società a un livello ancora più alto. Come tutte le sere Cesare sta correndo lungo via Muraglie. Ha una tuta da ginnastica blu, una giacca a vento rossa e un berretto di lana giallo. Un’automobilista lo investe. Cesare finisce nel fosso, l’auto che sbanda, pure. L’uomo che è al volante riesce a salvarsi. Cesare, invece, no, lasciando la moglie, le 2 figlie e gli amici di una società nella quale era cresciuto e che continua a ricordarlo, anche grazie a una grande foto che compare nella sede della Acquadela.